Occhio attento
Le immagini sono il risultato del girovagare dello sguardo di un appassionato di fotografia.
Sono immagini non omogenee tra di loro come soggetto e non si riferiscono ad una scelta tematica precisa. Non vogliono raccontare una storia, né rappresentare paesaggi.
Non ho neppure scattato per realizzare opere astratte con lo scopo di individuare forzature interpretative, alla ricerca di significati occulti.
Ho semplicemente osservato l’ambiente che mi circonda, senza cercare razionalmente i soggetti delle foto, esplorando con l’obiettivo fotografico situazioni e cose che, di volta in volta, hanno colpito la mia attenzione. Sono stato guidato da miei occhi senza vincoli di alcun genere, attratto da forme, colori, trame dei materiali, riflessi.
Ho fotografato perché i soggetti mi sono piaciuti, perché ho provato la soddisfazione di osservarli.
Le immagini sono state realizzate in condizioni di luce assolutamente non uniformi e credo che la luce abbia giocato con me, facendomi notare particolari che altrimenti sarebbero passati inosservati.
Miliardi di fotografie vagano nel limbo della “rete”, ma la fotografia, per un fotoamatore, è qualcosa di più della pressione di un tasto.
Il processo, che inizia con l’osservazione, con l’inquadratura e con la successiva azione sul pulsante di scatto, continua con la camera chiara (ai tempi dell’analogico con la camera oscura), intesa, per tutte queste fo-tografie, come “messa a punto” dell’immagine, senza interventi di manipolazione ricostruttiva.
La stampa è la naturale conclusione dell’iniziale processo di osservazione. Una buona stampa richiede un significativo impegno di tempo e una continua ricerca della perfezione nella calibrazione dei colori, nella scelta della carta e nella qualità della stampante. La stampa dovrebbe restituire le sensazioni provate dal fotografo e anche crearne altre e accendere fantasie.
Io spero di esserci almeno in parte riuscito.
In ogni caso mi sono divertito a giocare con la luce.